Si rivolge inoltre a chi si sente incapace di gestire rabbia e aggressività in contesti di forte stress psicologico e non sa come e dove trovare ascolto senza giudizio.
Il progetto si rivolge agli uomini autori di violenza nei confronti delle loro partner o ex partner.
L’obiettivo principale è quello di ridurre il rischio che si realizzino nuovi comportamenti violenti.
Ulteriore obiettivo del progetto è la prevenzione.
L’azione violenta, infatti, appare come segnale della relazione dolente e agire per tempo su di essa significa evitare gesti estremi.
OBIETTIVI
Assumere la consapevolezza della violenza agita, attraverso la revisione critica del comportamento violento (negazione, minimizzazione, colpevolizzazione della vittima, uso degli stereotipi di genere); o sviluppare la percezione e la consapevolezza degli effetti dannosi che la violenza agita ha sulla salute delle persone, sulla funzione genitoriale, sul programma di crescita e sviluppo psicofisico dei bambini e delle bambine; o sviluppare la consapevolezza di sé, dell’altro e della relazione per migliorare la gestione degli impulsi, degli stati affettivi ed emotivi negativi e distruttivi, per ampliare il repertorio di capacità e strumenti relazionali costruttivi e cooperativi”; o promuovere una riflessione critica sul proprio comportamento e sulle sue interconnessioni con la violenza di genere e con gli atteggiamenti ostili verso le donne e verso l’altro che ne derivano; o costruzione di una migliore capacità relazionale con il partner; o valorizzazione dei fattori personali di protezione; o valutazione dei fattori di rischio con metodi validati dalla comunità internazionale e intervento sui fattori personali di rischio.
Il progetto prevede percorsi di sostegno psicologico individuale per gli uomini violenti finalizzati a sviluppare maggiore comprensione del proprio comportamento, alla luce della propria storia personale o dei modelli familiari.
Si prevedono, inoltre, percorsi gruppali che affrontano i diversi aspetti della violenza.
Gli uomini che partecipano al percorso individuale o gruppale hanno la possibilità di condividere la loro esperienza; analizzare le caratteristiche del ciclo della violenza; potenziare le risorse individuali alternative agli agiti violenti.
Il procedimento di GIUSTIZIA RIPARATIVA, regolato per la prima volta nel 2022 con la riforma Cartabia, si colloca nell’ambito degli strumenti di tutela in favore dei soggetti coinvolti in procedimenti giudiziari sia perché autori di condotte antigiuridiche sia perché parti offese.
La mission specifica è costruire una procedura che prevenga i pericoli del disagio e limiti i danni emotivi e sociali causati dalla commissione del reato, promuova un processo di auto responsabilizzazione degli autori, riduca il tasso di recidiva ed aumenti il livello di sicurezza sociale all’interno della comunità.
La Giustizia Riparativa è un modello di giustizia “relazionale” volta a promuovere la riparazione del danno causato dall’offesa, attraverso la partecipazione attiva della vittima e dell’autore del reato, in quanto guarda al reato in termini di danno alle persone. Da ciò deriva un coinvolgimento attivo della vittima, dell’autore e della stessa comunità civile nella ricerca di soluzioni atte a far fronte all’insieme di bisogni scaturiti a seguito del reato.
LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’
Il Centro Antiviolenza Angelita ha attivato con il Tribunale di Rieti la Convenzione per ospitare i destinatari di misure di lavori di pubblica utilità.